Genova – Settecentoventi milioni di vecchie lire in una valigia e, nella tasca del cappotto, una vecchia pistola Beretta 7,65 con tre proiettili nel caricatore e un colpo in canna perfettamente funzionante. Così Giuseppe Mariani di 67 anni, titolare di un negozio di alimentari (ma anche tabacchi e, tempo fa, riviste e giornali) in via Paolo Rossi a San Giuliano Nuovo, un sobborgo di Alessandria in Fraschetta, si è presentato nella sede della Banca d’Italia a Genova per cambiare tutti quei milioni di lire (lunedì era proprio l’ultimo giorno per poter cambiare le lire in euro). Giunto allo sportello, nell’aprire la valigetta, il bottegaio ha fatto un movimento falso e la pistola gli è scivolata fuori dalla tasca, finendo con un rimbombo sul pavimento di marmo. È stato un attimo: gli impiegati, superato lo stupore del momento, hanno dato l’allarme. E nel giro di qualche istante l’uomo è stato bloccato e consegnato ai carabinieri della compagnia di Portoria, intervenuti con due pattuglie. Sono scattate le manette, pistola e valigetta con il denaro sono stati sequestrati come corpi di reato. Sono partite le perquisizioni e in casa i carabinieri hanno trovato 320.000 euro nascosti nei cassetti e in fondo a qualche armadio. Le grane per il Mariani sono scaturite soprattutto dal fatto che la pistola non è mai stata denunciata: nelle banche dati non esiste, e ovviamente il signor Mariani non ha mai avuto il porto d’armi. D’altronde non si può biasimare il bottegaio mandrogno perché trasferirsi da San Giuliano a Genova con 720 milioni di lire in tasca può comportare dei rischi ed una pistola in tasca può sempre fare comodo. Ma il porto abusivo di arma da fuoco è reato e per il povero Mariani si sono aperte le porte del carcere di Marassi dove forse oggi sarà ascoltato dal giudice per l’interrogatorio di garanzia. Resta da capire che fine faranno i suoi milioni: il termine fissato dal professor Monti è scaduto, quei soldi ora sono soltanto carta straccia?
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