Novi Ligure (AL) – Dopo l’udienza filtro di febbraio, il processo Simaf ieri è entrato nel vivo nel tribunale di Novi con la testimonianza dell’ex comandante della Forestale di Stazzano, Fabrizio Moncalvo. Nel procedimento sono imputati l’imprenditore Giovanni Repetti, l’architetto Agostino Dellacasa, Paolo Ravera e Maria Rosa Serra, dirigenti del Comune. Sono accusati a vario titolo di falsità ideologica e abuso edilizio per la costruzione del palazzo di sette piani di via Pietro Isola, operazione nella quale, secondo la Procura (pm Giancarlo Vona) c’é stata frode poiché il nuovo edificio non avrebbe dovuto superare la cubatura del preesistente ex Consorzio Agrario mentre sarebbe risultato più grande. Moncalvo ha raccontato da dove è partita l’inchiesta: «L’ex consorzio era stato acquistato dalla Simaf. Al comando provinciale della Forestale è arrivato successivamente un esposto anonimo, pervenuto anche ai carabinieri del Noe e alla guardia di finanza». Alla base dell’indagine una convenzione tra il Comune e la Simaf: la società poteva abbattere e lasciare per sei mesi all’amministrazione comunale la disponibilità dell’area come parcheggio durante i lavori del Movicentro, alla stazione ferroviaria, che stavano togliendo posti auto. In cambio avrebbe poi costruito 12 mila metri cubi di terziario e 500 di residenziale. Il problema secondo il teste è stato l’impossibilitò di conoscere la cubatura dell’ex Consorzio Agrario in quanto non è stata trovata nessuna perizia asseverata del Comune ma solo un foglio redatto dal geometra Franco Balostro di Novi, incaricato dalla Simaf dell’accatastamento dell’area. Tutta la vicenda potrebbe cadere nel nulla con l’assoluzione di tutti gli imputati. Infatti la prescrizione rischia di non far arrivare al giudizio di primo grado il processo.
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