SALVARE IL CISSACA
Appello ai soggetti istituzionali, politici, rappresentativi comunali e regionali, ai dipendenti pubblici e privati, alle Cooperative, ai cittadini. “…Sono in gioco decenni di lotte per le modernizzazione, l’umanizzazione e la professionalità dei Servizi sociali. …È in crisi l’intero settore del privato sociale, attanagliato dalla crescita vertiginosa dei costi di produzione e dalla stagnazione incredibile delle tariffe, oltre che da un disinteresse istituzionale ed un degrado culturale che non ha precedenti negli ultimi quarant’anni”
La lunare riunione di martedì al Cissaca ha almeno avuto il merito di chiarire di fronte a operatori, cooperative, cittadini e stampa quali siano i termini della drammatica situazione in cui versa il Consorzio dei Servizi Sociali: rischio di chiusura per il Consorzio e per le Cooperative fornitrici, rischio di chiusura dei servizi alla fasce più deboli della popolazione; assenza di qualsiasi prospettiva di soluzione da parte del Comune di Alessandria; ritardi istituzionali a volontà. Ugualmente preoccupante l’impressione che in alcuni soggetti manchi la completa consapevolezza sia della gravità della situazione sia delle proposte e degli strumenti di soluzione, quindi del livello di mobilitazione necessario a metterli in atto.
Giova sottolineare che non sono soltanto in gioco centinaia di posti di lavoro e la vita stessa di entità socio-economiche, pubbliche e private, che hanno fatto la storia dei servizi alla persona di Alessandria e dell’intera Regione, ma i servizi dovuti per legge a fasce debolissime di cittadini, quali ad esempio i minori e gli anziani, il cui venir meno o la cui semplice incrinatura rappresenterebbe una grave violazione delle leggi scritte e di fondamentali diritti costituzionali, a sfavore di coloro che più di tutti avrebbero diritto di priorità nella spesa dell’attenzione e del denaro pubblico, sempre, e specialmente in periodi di grande difficoltà sociale quale è quello che viviamo.
E’ inutile ripercorrere qui il perché ed il come si sia arrivati a questa situazione e quali siano i gravissimi profili di responsabilità del Comune di Alessandria. L’attenzione va posta sul che fare. Se ancora ci fosse stato bisogno, ieri è emerso con chiarezza un elemento essenziale: non solo l’Amministrazione Comunale si disinteressa completamente della situazione, ma, ormai soprattutto, non appare in grado di pagare nemmeno una piccola parte del debito di 8 milioni circa di euro. Il Comune di Alessandria non ha più nulla in cassa. Da questa evidenza bisogna partire per immaginare soluzioni e proposte che siano percorribili ed escano dalla semplice retorica politica, amministrativa e istituzionale.
Il Prefetto. Il Prefetto di Alessandria deve assumersi la piena responsabilità istituzionale verso il Comune di Alessandria ed i suoi doveri. Va interpellato e coinvolto immediatamente nel suo ruolo di controllo e di impulso dell’Amministrazione Comunale; quale rappresentante del Governo, può e deve rappresentare la gravita’ della situazione al Ministro dell’Interno e al Ministro del Welfare; può intervenire presso gli organi regionali con un’azione di mediazione e di impulso.
Comitato di Emergenza. I tentativi messi in atto dagli amministratori del Cissaca per l’ottenimento di prestiti bancari sono naufragati di fronte alla solitudine istituzionale in cui l’Ente è stato lasciato. Idem per i tentativi di ottenere i crediti dal Comune. Bisogna invertire i termini della questione attraverso un comitato di emergenza che veda il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e dell’intera comunità alessandrina, che attraverso una forte pressione abbia il compito di portare la gravità della situazione a tutti i soggetti decisori, comunali, prefettizi e regionali, di monitorare responsabilità e azioni. Dovrebbero farne parte almeno un rappresentante di tutti i soggetti responsabili: Assemblea dei Sindaci, CdA, Direzione, Consiglio Comunale, Sindacati, Centrali Cooperative; e di tutti i soggetti vittime della situazione: Dipendenti Cissaca e Cooperative, Cooperative stesse.
Le Banche. Il punto è traghettare il Consorzio all’estate 2012, cioè al dopo elezioni amministrative, quando la nuova amministrazione, qualunque sia, avrà il potere di fare scelte e trovare soluzioni sia al problema economico, sia a quello riguardante il futuro assetto istituzionale del Consorzio, atteso che l’attuale Giunta e Consiglio Comunale godono ormai di responsabilità limitata al di là delle loro stesse intenzioni. È evidente che la liquidità necessaria ad arrivare a giugno-luglio, ammontante a 7-8 milioni circa di euro, non può che essere fornita dagli istituti bancari in pool, attraverso un finanziamento adeguatamente garantito e che preveda il coinvolgimento della responsabilità delle istituzioni regionali, nonché di tutti gli strumenti regionali utili, quali Finpiemonte.
La Regione. La Regione Piemonte ha la responsabilità, insieme ai comuni, dei servizi socio-sanitari. Non può rimanere fuori dal gioco, per quanto finora abbia onorato i suoi debiti col Cissaca. Va quindi coinvolta ai massimi vertici politici e istituzionali quale soggetto decisore, mediatore e garante di tutte le azioni possibili ed utili alla soluzione della vicenda.
I soggetti da coinvolgere. Non possono non essere coinvolti ulteriori soggetti fondamentali: le Centrali Cooperative, l’Ordine degli Assistenti Sociali, l’ANEP, l’Ordine degli Psicologi, il Tribunale dei Minori: tutti soggetti che hanno il diritto-dovere di tutela di operatori, cooperative, cittadini e servizi essenziali.
I candidati sindaco. Faccio appello a tutti i candidati sindaco, perché al di la’ degli schieramenti o dell’interesse individuale, facciano fronte comune per la soluzione di una situazione che non ha alcun connotato di parte ma risponde ad un interesse collettivo evidente e condiviso e che non può essere strumentalizzato in questa fase per fini di lotta politica. Vi prego di firmare questo appello e di lavorare insieme per risolvere la situazione a favore di tutta la città e dei comuni coinvolti.
Firmo questo appello in qualità di candidato sindaco, ma soprattutto come operatore sociale che circa quindici anni fa si batte’ insieme ad altri per la nascita del Cissaca, quale ente indipendente in grado di assicurare la qualità dei servizi ed il riconoscimento professionale degli operatori sociali; e come presidente della cooperativa Il Gabbiano, che come le altre fornitrici del Cissaca vive una situazione che rischia di diventare da drammatica a irrisolvibile. Per questi motivi intervengo oggi direttamente, dopo anni di discrezione pubblica sull’argomento, dettato dalla compresenza dei ruoli appena ricordati. Da un lato, sono in gioco decenni di lotte per le modernizzazione, l’umanizzazione e la professionalità dei Servizi sociali. Dall’altro, questa situazione di emergenza deve servire a portare l’attenzione sulla crisi dell’intero settore del privato sociale, attanagliato dalla crescita vertiginosa dei costi di produzione e dalla stagnazione incredibile delle tariffe, oltre che da un disinteresse istituzionale ed un degrado culturale che non ha precedenti negli ultimi quarant’anni.
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