Alessandria (da Q.P.) (12.11.2011) – Spese per la formazione del personale fatturate per coprire operazioni mai avvenute. Questo il meccanismo messo in atto da alcune aziende del settore metallifero e scoperto dalla direzione provinciale delle Entrate di Alessandria, che ha recuperato così più di un milione di euro. A portare alla luce la vicenda una verifica ordinaria avviata per appurare se dietro ai ridotti guadagni delle società vi fossero soltanto delle difficoltà commerciali. La scarsa redditività era invece il risultato di una partita di giro fra un reticolo di cinque aziende appartenenti allo stesso gruppo che si attribuivano a vicenda premi e costi in modo da “ottimizzare” il carico fiscale. Un semplice riscontro nell’Anagrafe tributaria ha permesso di scoprire che il fornitore dei servizi informatici non presentava dichiarazione dei redditi da ben dieci anni. In seguito, grazie ad accessi mirati presso le sedi delle cinque società coinvolte, il personale delle Entrate ha riscontrato che tutte le prestazioni sospette erano state pagate con assegni bancari. Questi ultimi, dal valore medio fra i 20mila e i 50mila euro, venivano incassati allo sportello dal presunto fornitore, presentato o addirittura accompagnato di persona da uno dei soci delle imprese clienti. Dagli accertamenti è emerso che le operazioni infragruppo erano artifici contabili per spalmare al meglio il peso delle imposte fra le cinque società che facevano capo agli stessi soci, e le fatture per i servizi informatici erano state emesse dal fornitore compiacente a fronte di operazioni inesistenti. Il denaro degli assegni incassati allo sportello tornava direttamente nelle tasche del finto committente.
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