Casale Monferrato (AL) (09.11.2011) – Si aggira tra i 18 ed i 20 milioni di euro la cifra, definita “l’offerta del diavolo”, che Stephan Schmidheiny, ex proprietario dello stabilimento dell’amianto, avrebbe offerto, in una trattativa segreta, all’amministrazione comunale di Casale. Il magnate svizzero spera, con questa mossa, che la città ritiri la costituzione di parte civile dal caso Eternit. Una notizia che ha scosso profondamente sindacati e l’associazione familiari vittime dell’amianto e che ha causato la dura reazione del centrosinistra in merito ad alcune dichiarazioni del primo cittadino di Casale, Giorgio Demezzi, definite da Fabio Lavagno e Monica Cerutti, di Sinistra Ecologia e Libertà, “poco decise” (Demezzi in un comunicato ha spiegato come “non ci sia nessuna trattativa in corso che veda coinvolta direttamente ed in prima persona l’Amministrazione comunale”). “Non siamo mai intervenuti nella vicenda giudiziaria e non lo faremo certo ora – hanno commentato i due esponenti di Sel – ma ci appaiono quanto meno poco decise le parole di Giorgio Demezzi, sindaco della città che è stata sede dello stabilimento Eternit, che in un dichiarazione agli organi di stampa definisce la vicenda come “un’offerta preliminare su cui non è stata presa alcuna decisione. Sono parole che appaiono fuori luogo per il sindaco della città martire per l’enorme numero di vittime da mesotelioma, da cui le battaglie sindacali che hanno portato sino al processo di oggi sono partite e in cui da oltre vent’anni vi è una politica continua e capillare di bonifiche dei siti contaminati da amianto tale da generare su questa materia una sensibilità difficilmente riscontrabile altrove”. All’oscuro di tutto le associazioni ed i cittadini come anche dichiarato da Bruno Pesce, coordinatore del Comitato vertenza amianto.
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