di Massimo Iaretti
Casale Monferrato (AL) Da ATnews (11.09.2011) – Da possibile sede di Corte d’Appello (anche se forse non lo è stata mai veramente) a – per quanto attiene la giustizia – piccolo centro di periferia.
Non è un paradosso ma potrebbe essere una dura realtà per Casale Monferrato se passerà la riforma delle circoscrizioni degli uffici giudiziari.
Il nuovo Guardasigilli, Nitto Palma, sembra andare nella direzione più volte annunciata ma mai sinora attuata: in virtù di una pretesa razionalizzazione i tribunali dovrebbero venire concentrati in quelli che oggi sono i capoluogo di Provincia (con quale criterio sia stata fatta questa scelta occorre davvero interrogarsi in quanto le province sono in via di soppressione) e comunque dovranno sparire quelli che hanno meno di 15 magistrati in carico.
E tra questi c’è Casale Monferrato che non sarà sola, ma in compagnia di Ivrea, Pinerolo, Acqui Terme, Tortona, Mondovì, Saluzzo e di sezioni staccate di tribunali come ad esempio Susa e Chivasso (per citarne due del tribunale di Torino) e di uffici del giudice di pace.
Insomma un taglio a tavolino che non tiene evidentemente conto della complessità di problemi della giustizia e delle problematiche che un accorpamento di questo genere andrebbe a creare, che non andrebbe nemmeno a considerare le notevoli ricadute negative in termini di aumento dei costi e dei disagi per cittadini ed aziende, per tacere il fatto che, con un tratto di penna di azzererebbe la storia di centri come Casale, sede di tribunale e, in precedenza di corte d’assise e di corte d’appello.
Nella città di Sant’Evasio c’è stata una levata di scudi bipartisan: da un lato in consiglio comunale, le opposizioni di centro sinistra hanno presentato un ordine del giorno in ci si impegna il sindaco a mettere in atto tutte le iniziative idonee per salvaguardare l’esistenza del Tribunale di Casale evidenziando che “L’attuale livello delle prestazioni e dei servizi resi con il suo attuale organico di magistrati è tale da consentire una risposta completa alla domanda di giustizia espressa dalla città e dal territorio”, dall’altro il consigliere regionale (e capogruppo in consiglio comunale a Casale per il Pdl) Marco Botta ha presentato un analogo ordine del giorno a palazzo Lascaris nel quale si richiede al governo di mantenere ed esaltare il ruolo dei piccoli tribunali”.
Proprio a Casale, prima di iniziare la battaglia per la Corte d’Appello – un progetto bello e concreto ma che non ha trovato seguito e al quale ha creduto un comitato presieduto da Giancarlo Curti, già presidente dell’Ordine degli Avvocati di Casale negli anni Novanta, ora presidente onorario di Nuove Frontiere – c’era stata anche l’ipotesi di una ampliamento della competenza a Chivasso che, da sede di Pretore sarebbe poi diventata l’attuale sezione staccata del tribunale di Torino.
I motivi dei proponenti di allora erano, il vecchio collegio senatoriale Casale – Chivasso, la continuità territoriale assicurata dalla Valcerrina, l’ipotesi di un incremento di popolazione che avrebbe potuto rassicurare il mantenimento in vita del tribunale.
Venne votato un ordine del giorno presentato da Giorgio Barbano (allora Forza Italia, oggi Pdl) dove si parlava genericamente di studiare nuove soluzioni ed era risultato piuttosto annacquato rispetto alla proposta originale. Poi non se ne è saputo più nulla.
Ma l’idea di un “Tribunale del Monferrato” se le amministrazioni comunali dei due principali centri in questione lo volessero e se fosse sostenuta non solo dalla politica e dagli ordini professionali più direttamente coinvolti, ma fosse la battaglia di tutto il territorio, forse potrebbe salvare il tribunale di Casale e la sezione di Chivasso.
E di questi tempi non sarebbe davvero poco.
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