Milano (da Borsa Italiana) (15.09.2011) – Giornata di lavoro in Piazza Meda, sede della Banca Popolare di Milano, in preparazione di alcuni appuntamenti d’avvicinamento indispensabili per avviare l’operazione di rafforzamento patrimoniale che, a meno di sorprese, dovrebbe vedere la luce tra qualche settimana, dopo il placet di Consob. Il prossimo 21/9 è in programma un Comitato Esecutivo dell’istituto, che sarà poi seguito, il 27 settembre, da un Cda straordinario che dovrà sancire l’imprimatur definitivo all’operazione che porterà all’incorporazione della Cassa di Risparmio di Alessandria nella Banca di Legnano, entrambe controllate dalla B.P.Milano. Scontato che il Board prenda anche decisioni chiave in merito alla nuova governance, richiesta – o per meglio dire imposta – da Bankitalia, che intende così sottrarre l’istituto milanese da un pericoloso stallo in cui versa da anni e che sarebbe riconducibile ai poteri eccessivi tra le mani della potente Associazione Amici della Bpm (ex dipendenti) e dei sindacati. Il Cda dovrà anche convocare una nuova assemblea dei soci a cui spetterà la ratifica di tutto quanto dibattuto in sede di Consiglio.
Sullo sfondo della vicenda, benchè il diretto interessato per adesso non abbia fatto nessun passo ufficiale per venire allo scoperto, si susseguono e si intensificano le voci che vorrebbero il banchiere milanese Matteo Arpe disposto a entrare nella partita dell’aumento di capitale con un chip da 200 milioni di euro. Con i corsi di Borsa così compressi, già includendo un’operazione di rafforzamento da 900 milioni, l’ingresso di Arpe nel capitale di Bpm peserebbe per oltre il 13% del capitale. Sorpassando in misura consistente lo sbarramento del 5% che, per statuto, nessun azionista della banca può oltrepassare. Se mai dovesse avvenire un intervento di Arpe, è quindi evidente che – a monte – qualcosa di sostanziale dovrà cambiare a livello di governance.
A questo proposito, tra l’altro, negli ambienti finanziari ha destato più di una perplessità il passaggio del comunicato stampa rilasciato ieri in serata da Piazza Meda, attraverso il quale il Board dell’istituto di credito guidato da Enzo Chiesa ha definito “prive di ogni fondamento” le voci secondo cui ci potrebbero essere nuove “cordate di investitori istituzionali” interessate a entrare nel capitale della popolare milanese attraverso l’imminente aumento di capitale, smentendo nel contempo “l’ingresso di nuovi manager/azionisti”.
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