Alessandria (27.09.2011) – Più si indaga sull’ “Affaire Argental Srl” più si scoprono anomalie. Sono come metastasi di un cancro che si chiama malapolitica e che sembra affliggere la “Giunta Fabbio” di Alessandria. Dopo aver scoperto, fra le altre cose, il pasticcio di Farmal e di Argental, ora veniamo a sapere che, il 23 giugno scorso dal notaio Mussa, gli amici di Fabbio e Vandone ne hanno combinata un’altra. Alla riunione convocata per dare vita alla fusione inversa di Palea Srl in Argental Srl si sono presentati Ubaldo Gatti presidente del CDA di Argental Srl e Bruno Paradiso amministratore unico di Palea Srl, la “pattumiera” di Hodie Srl. Insieme a questi c’erano il rappresentante di Intesa San Paolo, la banca che ha finanziato l’operazione, Marì Chiapuzzo in rappresentanza di Hodie Srl, il rappresentante di Bios ed i creditori di Argental Srl. E per il Comune di Alessandria c’era il dottor Paolo Ansaldi che aveva una delega del sindaco Fabbio. Oltre alla fusione inversa, in quella riunione si è deciso di cambiare il ramo di attività di Argental Srl che, da società operante nel settore dell’assistenza agli anziani, diventava una società immobiliare. Infatti la cessione del 90% di Argental Srl a Hodie Srl ha comportato anche il passaggio di proprietà dell’immobile dove ha sede la Casa di Riposo per anziani Nicola Basile e Argental Srl ora incassa l’affitto pagato da Bios cooperativa Sociale Onlus che ha preso in gestione l’attività assistenziale. L’atto sottoscritto dalle parti davanti al notaio è, a tutti gli effetti dunque, attinente alla straordinaria amministrazione del Comune di Alessandria per cui la delega del sindaco, che tra l’altro non risulta tra gli atti pubblicati sul sito del Comune, è carta straccia in quanto il primo cittadino ha piena facoltà di gestire autonomamente ed entro certi limiti solo ed esclusivamente l’ordinaria amministrazione, per cui può delegare chi vuole, ma per la straordinaria amministrazione occorre sempre la votazione o della Giunta o del Consiglio Comunale, a seconda della materia. Per cui Ansaldi ha sottoscritto un atto per il quale non aveva titolo di agire. Non basta, perché la vendita di Argental Srl da parte del Comune si è rivelata un pessimo affare in quanto, a fronte di una valutazione di 9 milioni di euro, il 90% di Argental è stato pagato con un deposito cauzionale di 1,7 milioni di Euro che Palea Srl, la società acquirente poi fusa in Argental Srl, non ha mai versato essendo un importo compensato col debito del CISSACA, mentre i rimanenti 5,4 milioni sono stati finanziati da Intesa Sanpaolo per cui, e ancora una volta, il Comune, detenendo il 10% delle quote di Argental Srl fusa con Palea Srl, si paga il 10% di rata su capitale e interessi. Esattamente come è successo nell’operazione Farmal. Per completa informazione mettiamo a disposizione dei nostri lettori l’atto del notaio Mussa del 23 giugno 2011 e la situazione patrimoniale di Argental Srl e Palea Srl all’atto della fusione inversa per incorporazione. Si noti il forte indebitamento di Palea Srl infinitamente superiore a quello di Argental Srl che è 226 volte inferiore. E tutto questo sotto gli occhi distratti dei revisori Tattoli, Ivaldi e Frizza, e di un giovane commercialista allievo di Tattoli. (Segue).
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