Alessandria (21.09.2011) – Il “governo cinese” del comune di Alessandria ha usato la mannaia della censura. La notizia non viene da Pechino e non ce la manda Dall’Erba, presidente di Sital (40.000 euro all’anno per gestire un ente che non funziona), che a Pechino è solito recarsi per motivi “artistici” a spese del Comune, ma un nostro amico che ha constatato come, a partire dalle 16 circa di oggi, dai PC del Comune non si accede al nostro sito www.alessandriaoggi.it, come anche a tutti i siti di informazione locali e nazionali. Fabbio ha mantenuto la promessa. Non più tardi di ieri aveva dichiarato: “Sono in corso di valutazione alcuni provvedimenti per bloccare l’intero accesso alla rete da parte dei dipendenti pubblici durante l’orario di lavoro, rendendo disponibile la libera consultazione delle pagine solamente nella pausa pranzo”. Detto. Fatto. Si tratta di un provvedimento liberticida che dimostra l’impotenza di questa amministrazione comunale di fronte alle critiche di certa stampa libera come la nostra. Questi tristi reggitori capitanati dal professorino di lettere dello IAL, dimostrano solo di non sapere rispondere alle critiche se non con beceri provvedimenti censori. Evidentemente Fabbio e i suoi sono democratici solo a parole e, come riusciamo a dimostrare da tempo dalle nostre colonne, gestiscono il potere in virtù di metodi borbonici che si pongono, e pongono il sindaco, fuori dalla realtà. D’altronde cosa si può pretendere da un sindaco che afferma (siamo nel 2010) che un parere del Magispò (il Piano Stralcio 45) è una legge dello Stato (clicca qui: http://www.youtube.com/watch?v=ilwsg8n1mrw&feature=related ), dimostrando di ignorare bellamente che le leggi dello Stato sono tali solo in quanto approvate dal Parlamento e Promulgate dal Presidente della Repubblica. Il Piano Stralcio 45 è solo un parere del Magispò che si è rivelato una paccottiglia illeggibile, carta straccia insomma, per questo motivo cassato da tutti gli esperti in idraulica del mondo, primo fra tutti il professor D’Alpaos di Padova. Questo per dimostrare che, in un certo senso, Fabbio non ha colpa perché non sa quello che fa e lo ha dimostrato ancora una volta facendo oscurare i siti d’informazione. Ma se è incapace, se ne vada e la smetta di giocare a fare il sindaco di Alessandria. Per il bene di tutti…, anche suo e dei suoi amici.
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