Torino (26.10.2011) – Stephan Schmidheiny va assolto per non aver commesso il fatto. Nella nuova udienza al maxiprocesso Eternit che si è tenuta ieri contro i “signori dell’amianto” è proseguita l’arringa difensiva del magnate svizzero da parte degli avvocati Astolfo Di Amato e Carlo Alleva. In sintesi l’assoluzione è richiesta “perché il fatto non costituisce reato per mancanza di dolo” in subordine, oppure, in “estremo subordine”, si applichi la prescrizione dal momento che le condotte contestate si sono esaurite nel 1986. Dunque assoluzione per il magnate svizzero. Una richiesta che pareva quasi scontata dato che i due legali difensori si sono rifatti a documenti e testimonianze giudicate utilizzabili. Una stessa linea, quella utilizzata da Di Amato e Alleva, che ha scaricato l’intera responsabilità dei gravi fatti accaduti nelle “fabbriche della morte” sui dirigenti italiani. Concluse, quindi, le arringhe in un maxiprocesso che si sta avviando alla sua conclusione. Restano ancora poche sedute per le parti poi il tribunale si ritirerà in camera di consiglio. Da quel momento ci vorranno ancora un paio di mesi. Il processo riprenderà il 7 novembre, con la replica della Procura da parte dei pm Guariniello, Colace e Panelli, che hanno chiesto 20 anni ciascuno per Schmidheiny e il barone belga De Cartier. La parola ai legali delle società responsabili civili tra il 17 ed il 21 e, infine, ai legali degli imputati. Per il verdetto appuntamento, molto probabilmente, a febbraio 2012.
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