Si parla d’una richiesta di ben 760 mila euro che Grassano dovrebbe versare come risarciemto per la truffa perpetrata ai danni del Comune di Alessandria. I Giudici devono ancora decidere in merito.
Torino – Le grane non vengono mai da sole ed il comune di Alessandria in questo periodo sta subendo una serie di bordate dagli organi di controllo e giudiziari che farebbero vacillare la più tetragona dittatura teutonica. Dopo le ripetute visite della Guardia di Finanza negli uffici comunali, l’indagine in corso della Corte dei Conti, quella della Procura della Repubblica di Alessandria, torna alla ribalta Maurizio Grassano, ex presidente leghista del consiglio comunale, quindi arrestato dalla Guardia di Finanza nel settembre 2009 per truffa aggravata e continuata ai danni del comune di Alessandria (per cui ha scontato trenta giorni di arresti domiciliari), condannato a quattro anni e mezzo in primo grado per lo stesso reato, ma deputato al Parlamento e sostenitore, col suo gruppo parlamentare, del premier Berlusconi. L’inchiesta a suo carico, poi sfociata nel processo penale, riguardava le somme versate dal Comune di Alessandria a Grassano dal 2003 al 2008 a titolo di risarcimento per le assenze dal lavoro dovute a ragioni istituzionali. Questo privilegio gli è stato riconosciuto dai sindaci Mara Scagni e Piercarlo Fabbio e dalle rispettive giunte. Allora andava tutto bene. Oggi un po’ meno, al punto che, dopo gli arresti e la condanna in primo grado, l’ex leghista – tanto caro al leghista DOC Onorevole Tino Rossi, plurieletto per la Lega Nord – stavolta è stato oggetto delle attenzioni del Procuratore Generale della Corte de Conti che in sede dibattimentale oggi gli ha chiesto 760 mila euro di danni patrimoniali in riferimento alla truffa per cui è già stato condannato in primo grado. La richiesta, come da procedura, è stata discussa oggi a Torino ed i giudici si sono riservati la decisione.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.