Lo scontro sanguinoso nel PD torinese sulla retribuzione dei manager, conseguenza residua della feroce battaglia delle primarie, ha rivelato al mondo l’esistenza di un novello genio italico della pubblica amministrazione. È il signor Roberto Barbieri, amministratore delegato dell’azienda dei trasporti torinese. La genialità del signor Barbieri nasce da un semplice ragionamento: per bene amministrare occorre conoscere le cose. Se non si sanno diviene d’obbligo rivolgersi a consulenti. I consulenti, oltre ad essere competenti, devono essere anche fidati. Assai difficile trovare unite le due qualità. Per risolvere la questione il signor Barbieri pensò di autonominarsi consulente di se stesso. Scelta perfetta. Come amministratore delegato sapeva tutto dell’azienda dei trasporti e mai, per nessun motivo al mondo, avrebbe complottato contro se stesso. Poiché è giusto e legale che i consulenti siano pagati, si diede un compenso di 160.000 euro all’anno che andavano ad aggiungersi ai 90.000 che già percepiva come amministratore delegato. E così si porta a casa ben 250.000 euro all’anno, pari a mezzo miliardo di vecchie lire. Un vero e proprio capolavoro di accaparramento di denaro pubblico fatto sotto la copertura della legge. Con tutta probabilità il signore in questione se la caverà benissimo. Anche gli altri dirigenti di municipalizzate sparsi per tutta l’Italia sono piazzati più o meno come lui e faranno fronte comune, destra e sinistra unite come un sol uomo. E così passati i brevi giorni del temporale, tra tuoni e fulmini che sembrano far crollare il cielo, tutto tornerà come prima a meno che capiti un qualcosa di imprevisto.
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