Torino – Il maxi-processo Eternit “lede il principio di difesa”. Lo ha sostenuto ieri mattina Astolfo Di Amato, legale del miliardario svizzero Stefan Schmidheiny, 69 anni, per il quale l’accusa ha chiesto una condanna a vent’anni di reclusione per disastro ambientale. Nella sua arringa, che si preannuncia molto lunga (terminerà nella seduta del 24 ottobre) ha anticipato che chiederà l’assoluzione per il suo cliente. Secondo il legale, un processo celebrato a oltre trent’anni di distanza dai fatti contestati “rende quasi impossibile a chi è accusato difendersi al meglio: i documenti non si trovano, molti testimoni non ci sono più e quelli che ci sono non sono attendibili perché i fatti sono troppo lontani da ricordare”. Di Amato ha poi aggiunto che la legge che consente di fare un processo dopo così tanto tempo é da ritenersi illegittima perché, date le difficoltà di un
procedimento di questo tipo, urta con il principio di difesa sancito nella Costituzione e tra i diritti fondamentali della Carta Europea. La difesa del miliardario svizzero ha sollevato cinque eccezioni di illegittimità costituzionale, oltre a un’eccezione di competenza territoriale e due eccezioni di nullità su atti del procedimento.
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