Milano – Fuori Andrea Cane, dentro Sandro Bondi. Con ruoli diversi. Molte le proteste di alcuni intellettuali (da Pietro Citati a Corrado Augias, da Giovanni Sartori a Vito Mancuso), per il licenziamento di Andrea Cane, a lungo capo della saggistica. Il coinvolgimento a Segrate dell’ ex ministro dei Beni e delle attività culturali è stato il casus belli politico di questa ennesima polemica sorta in seno alla Mondadori, tra autori e management. Con la novità che, rispetto ai casi Mancuso o Saviano, non si tratta di un autore che mette in gioco la sua permanenza nel catalogo. In questo caso c’ è la cacciata di un editor cui sono legati molti autori che hanno libri in uscita da Mondadori ma hanno messo in discussione la loro permanenza. Anche per quella che considerano una politicizzazione del catalogo. Quindi, dopo i casi Saviano e Mancuso, una nuova polemica si apre su Mondadori per l’ingaggio dell’ex ministro novese come consulente, fatto che ha suscitato “l’inquietudine” di un gruppo di intellettuali italiani che ha deciso di protestare per la “deriva” presa dalla casa editrice guidata da Marina Berlusconi.
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