Dal 1327 continua la serie di precettori milanesi, la cui carica rimane elettiva fino alla fine del XIV secolo. Ma da allora assunsero anche la qualifica di domus seu mansionis S. Cricis et S.Marie, quondam Templi de Mediolano, ordinis sancti Johannis Gerosolimitani. (cfr.atto 15 ottobre 1365 ASM, sede cit. cart. 193)
E subito trasportarono la loro sede nella casa più adatta de’ Templari, come prova il documento 23 giugno 1325 (V. Apeendice,II,B,doc 30, e fra gli altri posteriori, oltre la citazione “presa di possesso” del 4 aprile 1411, i doc. in data 1°giugno 1457 e 7 marzo 1458 (ASM, Sede cit. cart. 194). Vi sono “confessi” cioè ricevute di pagamento, un instrumento d’affitto, redatto il 2 ottobre 1458 dal precettore Fr. Gabriele de Bene, locatore a nome della propria precettoria di una vigna a tal Pietro de Gafori, a porta Romana, “extra redefossum ubi dicitur ad pongionum” chiamato “Preceptor domus seu Mansionis ecclesie sancti Johannis Yerosolimitani et sncte Crucis extra muros Mediolani alias de Templo nuncupate”.
Infine, l’importanza della “precettoria” oltre che dal numero di beni posseduti e dal loro vistoso reddito (valutato nel XV secolo a circa 1500 fiorini d’oro!!), è dimostrata dal fatto che fino dal 1290 ebbe un proprio “capitolo” e nel principio del secolo XV assunse anche il titolo di “baiulia” e di “commenda”.
Infatti nel documento del 10 marzo 1410 contenente l’investitura spirituale di Giorgio de Crivelli, si legge: Cuius fructus reddito et proventus Mille Quingentorum florenorum auru secundum extimationem valorem annuum, diligenti inquisitione, reperimus non excedere.”altro particolare di una qualche rilevanza, affermano alcuni storici, (Bosio, Rotta) non si sa su quale fondamento, che alla chiesa di S.Maria del Tempio, fu dato il titolo di S.Giovanni Battista, da Ludovico il Moro (Carta Milano 1737)
Carta di Milano del 1737 – rif. n.40 – S. Giovanni Bat.ta Comenda
Durante il pontificato di Sisto IV, la commenda venne elevata a “Priorato e Capo della Lombardia”, ma il primo priore, un certo Fr. Girolamo Bequet, cade in disgrazia presso il Duca di Milano, Ludovico il Moro che si insospettisce e dopo la morte del Papa viene privato della sua carica e sostituito con Fr. Andrea Birago, che subito rinunciò alle bolle e alle provvigioni ducali, sostenendo che quel priorato stava causando gravi danni alla Religione. Anche Bequet aveva rinunciato in favore di un certo Ferullino al quale il papa Alessandro VI aveva fatto regolare bolla di nomina. Ma ne nacque un’incresciosa questione fra il Gran Maestro e il Ferullino. Si aprì un’inchiesta sulla sua condotta ed emerse che il frate si dava alla pazza gioia… poco morale? La conseguenza fu che Frullino venne destituito e il priorato di Milano venne abolito. Questa tentata elevazione della precettoria a priorato è cosa davvero poco chiara, anche perché in tal modo ne veniva privata la storica sede di Asti.
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